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Convenzione di Lanzarote: un disegno di legge che a distanza di 2 anni non è ancora legge

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Convenzione di Lanzarote: un disegno di legge che a distanza di due anni ancora non è legge

Abbiamo avuto notizia proprio l’altro giorno che il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge istitutivo del Garante nazionale per l’infanzia, ora dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale diverrà legge.

Una legge tanto attesa quanto necessaria che non ha mancato dei suoi vari stop nelle Aule parlamentari, ma ora finalmente è legge. Il Garante nazionale per l’infanzia è una figura già prevista dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia, che in Italia è legge sin dal maggio del 1991, ma, purtroppo non ancora del tutto rispettata.

Per un plaudo che viene fatto ad una legge che con l’istituzione del Garante nazionale per l’infanzia i cui compiti principali sono quelli di tutela dell’infanzia, un rammarico dobbiamo esprimerlo in quanto ancora, il nostro Parlamento, non ha ratificato la Convenzione di Lanzarote, essa infatti, giace in sede referente ed in quarta lettura nelle Commissioni Giustizia ed Affari Esteri del Senato. La Convenzione, è stata stipulata nel 2007 e sottoscritta da ben 23 Stati il 25 ottobre e dall’Italia il 7 novembre dello stesso anno, rappresenta un passo importante per la prevenzione degli abusi sessuali contro i bambini, sia per il perseguimento degli abusanti che per la tutela delle vittime.

Il punto di forza è dato dal fatto che per la prima volta un trattato internazionale sanziona penalmente diverse forme di abuso sessuale commesse in danno di bambini e adolescenti con l’utilizzo della forza e delle minacce. Oggi in tredici Stati la Convenzione di Lanzarote è stata ratifica ed è entrata a far parte dell’ordinamento interno di ogni singolo Stato, cioè è diventata legge.
La Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, che rappresenta un passo importante per la prevenzione degli abusi sessuali contro i bambini, per il perseguimento degli abusanti e per la tutela delle vittime.

Nella conferenza stampa di presentazione Maud de Boer-Buquicchio, vice Segretario generale del Consiglio d’Europa, ha dichiarato: “La nuova convenzione può fare veramente la differenza nella protezione dei bambini - ma deve assolutamente entrare in vigore”. Si è mostrata soddisfatta per il numero di firme depositate nel corso della prima giornata ed ha incoraggiato gli altri paesi, siano essi membri del Consiglio d’Europa o no, a fare lo stesso il prima possibile.

Per la prima volta, si è dato vita ad un trattato internazionale che sanziona penalmente l’abuso a sfondo sessuale, reato generalmente compiuto da persone vicine alle vittime -a volte in seno alla famiglia- e particolarmente pregiudizievole per i bambini.

Tra le misure di prevenzione menzionate nella convenzione figurano: la selezione, il reclutamento, la formazione degli operatori che lavorano quotidianamente a contatto con i bambini, la sensibilizzazione dei bambini riguardo ai rischi e l’educazione affinché quest’ultimi imparino a difendersi, nonché le misure da intraprendere per i colpevoli o per i potenziali colpevoli.

La convenzione stabilisce inoltre programmi a sostegno delle vittime, incoraggia le vittime a denunciare i casi di abuso e presunto abuso e sfruttamento sessuale, e prevede la creazione di linee di assistenza telefonica ed internet per i bambini.
La convenzione prevede inoltre che alcuni comportamenti vengano classificati reati penali, come ad esempio il fatto di dedicarsi ad attività sessuali con un bambino al di sotto dell’età della maturità sessuale, la prostituzione infantile e la pedopornografia.

La convenzione considera anche violazione penale l’uso delle nuove tecnologie - Internet in particolare- con lo scopo di abusare sessualmente di un bambino, per esempio attraverso la manipolazione psicologica ( il “grooming”) adescamento del minore nella rete, fenomeno sempre più inquietante che riguarda bambini sottoposti a violenza sessuale in seguito all’incontro di adulti conosciuti su forum di discussione o siti di giochi.

Al fine di lottare contro il turismo sessuale nei confronti dei bambini, la convenzione permette di perseguire le persone responsabili di alcuni reati anche quando l’atto è stato commesso all’estero.

Questo nuovo strumento giuridico assicura alle piccole vittime una protezione nel corso della procedura giudiziaria, per esempio riguardo alla loro identità ed al rispetto della loro vita privata.

Unitamente al disegno di legge di ratifica della Convenzione, il nostro Parlamento ha inteso modificare anche alcuni aspetti penali del nostro ordinamento interno, come ad esempio introdurre il reato dell’apologia della pedofilia, ed il reato della pedofilia e pedopornografia culturale, vale a dire che, una volta ratificata la Convenzione queste nuove tipologie saranno reato, così come sarà reato adescare i nostri bambini attraverso la rete, tecnica ormai consolidata dai pedofili che agiscono indisturbati attraverso le chat, e i social network.

La proposta di legge inerente la fattispecie dei reati di apologia della pedofilia, e della pedofilia e pedornografia culturale è stata scritta dal Ciatdm
(Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Diritti dei Minori) ed presentata in Parlamento ancora nella quattordicesima legislatura dall’Onorevole Francesca Martini oggi Sottosegretario alla salute, ripresentata poi nelle successive legislature dall’ Onorevole Carolina Lussana.

Oggi, finalmente, queste tipologie di reato sono inserite nel disegno di legge di ratifica da parte del nostro Parlamento della Convenzione di Lanzarote, peccato però che come scritto sopra questo disegno di legge viaggia da una Camera all’altra senza trovare la sua definitiva approvazione perché, i nostri parlamentari di Camera e Senato non sanno trovare un’intesa sul testo, modificandolo in continuazione.

Ci sarebbe comunque ancora molto da fare, manca ad esempio con Codice minorile globale che preveda il minore vittima attiva e passiva di reato, manca una riforma del Tribunale per i minorenni, che, a nostro avviso dovrebbe essere un organo snello e veloce con magistrati specializzati che sappiano dare risposte certe e veloci ai bambini, alle famiglie, manca una riforma seria e vera della giustizia minorile sia in ambito penale che civile.

Non basta, approvare leggi istitutive del Garante per l’infanzia, o leggi di ratifica della Convenzione dei diritti per l’infanzia, se ancora oggi, manca la cultura vera e propria dell’infanzia, ancora dobbiamo fare tanta strada nel nostro Paese per capire che i bambini, i nostri figli sono un patrimonio della società civile e politica, i bambini sono soggetti di diritto e doveri.

Aurelia Passaseo  

14 settembre 2011



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